L’idea di femminilità di Emis Killa: niente “peli” o donne “che parlano come uomini” | WEGIRLS

Il rapper Emis Killa ha deciso di rispondere a una serie di domande che gli sono state poste dai fan e, tra le tante, ha chiarito quello che per lui è da classificare come femminile. Considerato che la femminilità sta negli occhi di chi guarda – ovvero che sarebbe ora di smettere di guardare al mondo con gli occhiali imposti dalla società e di ampliare le proprie vedute – femminilità, “peli” e donne che “parlano come uomini” non rientrano nei canoni di Emis Killa. Legittimo, chiariamoci. Ma occorre andare un po’ oltre il de gustibus, considerato il contesto e il discorso in generale.



La femminilità per Emis Killa

Come fa notare Giornalettismo e come in molti su Twitter hanno commentato, il commento di Emis Killa sulla femminilità incontra un limite che non si può non prendere in considerazione quando le proprie storie Instagram arrivano a centinaia di migliaia di persone.


Un suo follower lo ha interrogato sul senso dell’aggettivo femminile, domandando se oggi abbia la stessa accezione che aveva ieri – come si intuisce dal senso della domanda. La risposta del cantante è chiara: “A meno che non vi piacciano le donne con i peli che parlano come uomini e via dicendo, sì. Adesso mi aspetto le femministe che mi romperanno i cogli*ni”.



Perché la risposta di Emis Killa stigmatizza le donne

Considerato il tono della domanda, dare una risposta del genere ha un solo senso. Per Emis Killa ha senso parlare di femminilità dal momento in cui la sua preferenza – e quella degli altri uomini, stando a quanto sottintende – va a donne che non hanno peli e che non parlano come uomini. Non è tanto un “a me piace così”, quanto un “femminile è quello che piace a tutti, per regola”. Regola di chi? Della maggioranza, di quella società che impone canoni precisi di bellezza, femminilità e – all’opposto – anche mascolinità. Così come una donna con i peli non può essere femminile, ovviamente, anche un uomo senza peli o che si depila perde di mascolinità.

Ripartiamo allora dalla domanda iniziale: “Oggi ha ancora senso l’aggettivo femminile?”. Potrebbe avere senso dal momento in cui una persona esprime un proprio gusto personale, deve perderlo totalmente per definire il comportamento e l’estetica delle donne, che sono donne anche con i peli, con la voce da uomo e tutto quello che le fa a sentire a proprio agio. E grazie alle femministe rompi cogli*ni, così come le addita il rapper, perché è per merito loro se oggi questi discorsi li possiamo fare. E sempre grazie a loro domani – o forse un po’ più in là – non avrà più senso farli, perché ogni donna sarà libera dalla gabbia della femminilità così come ogni uomo sarò libero da quella della mascolinità.