La scienza spiega come il “No pain no gain” sia inutile per dimagrire | WEGIRLS

| 28 Maggio 2020

L’abbiamo sentito tutte, no? E lo vediamo continuamente sui social delle ragazze patite del fitness e delle influencer: #nopainnogain. Per dimagrire, spesso e volentieri, ci viene detto che dobbiamo sottoporci a estenuanti sessioni di allenamento. Sfidare i propri limiti, portarli sempre un po’ più in là per migliorare è il modo giusto di allenarsi, ma deve esserci un confine da non valicare. Questo bordo, invece, viene superato eccome. Un esempio concreto ed esasperato del no pain no gain lo troviamo nel video che è diventato virale qualche mese fa sui social – ormai rimosso – in cui si vede una fitness model che esegue l’ultima serie alla leg press piangendo, tanto è lo sforzo.

Più soffri, più dimagrisci: sfatiamo il mito del no pain no gain

I fitness addicted devono ricredersi: non è vero che più soffri e più dimagrisci. C’è una precisa psicologia dietro questo falso miro, quella dell’imitazione –  come sottolinea FitInHub -: se la ragazza che segui su Instagram ha il fisico che desidero devo, conseguentemente, fare le stesse cose che fa lei per ottenere lo stesso risultato. Ci pensa la scienza, in realtà, a smentire questa visione delle cose. L’allenamento da solo – anche e soprattutto quello ai limiti della sopportazione – non basta per dimagrire. Uno studio del 2001, in particolare, ha voluto individuare la relazione che c’è tra quantità di energia spesa durante l’allenamento e la perdita di peso e grasso viscerale. Il risultato? La perdita di peso nel lungo termine si è rivelata inferiore rispetto agli obiettivi attesi e, in ogni casi, non direttamente collegabile al dispendio energetico che c’era stato durante le sessioni di allenamento. Cosa significa? Non necessariamente chi si allena di più perde più peso in eccesso dimagrendo.

Stile di vita, alimentazione e dimagrimento

Come abbiamo ormai imparato a capire, queste cose sono strettamente legate tra loro. L’evidenza è parsa ancora più ovvia grazie a uno studio antropologico americano che ha indagato lo stile di vita delle ultime tribù cacciatrici d’Africa. La ricerca voleva dimostrare come l’aumento del peso medio dell’individuo negli ultimi 50 anni fosse dovuto allo stile di vita sedentario, diversissimo da quello delle tribù studiate. I risultati appresi sono stati sorprendenti: nonostante lo stile di vita iper attivo, gli individui delle tribù di cacciatori non avevano consumato giornalmente più energia di quanta ne avessero consumata gli occidentali. In parole povere, lo studio aveva dimostrato come il consumo calorico si adattasse indipendentemente dallo stile di vita. Dove sta la differenza allora? Nel modo di mangiare. I membri della tribù non mangiavano quantità eccessive di cibo. Conclusione: per perdere peso è inutile ammazzarsi in palestra se poi l’alimentazione non viene adeguatamente controllata.

 

 

 

 

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